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Stampa professionale pubblicitaria: come assicurarsi un buon colore

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Stampa professionale pubblicitaria: come assicurarsi un buon colore

Nelle tecniche di stampa professionale vengono impiegati diverse soluzioni, sia in fase di creazione che di editing delle immagini e che consentono di ovviare alle differenze, a volte molto spiccate, tra il risultato finale e ciò che si vede sullo schermo.

Questo vale sia per il computer, con cui vengono fatte le operazioni di editing, sia delle fotocamere, che per quanto in molti casi siano di altissima qualità, non saranno mai attendibili al 100% e, in generale, se si scende sotto il migliaio di euro per un display, quasi sicuramente si avranno delle sorprese poco piacevoli per quanto riguarda il bilanciamento della tonalità.

Ci sono però alcuni trucchi molto economici che possono essere utilizzati per valutare anticipatamente gli esiti della stampa professionale e alcune prassi che è meglio conoscere.

Diamo un’occhiata a quelle più semplici e di sicuro risultato.

Utilizzare esclusivamente apparecchiature professionali

Per quanto banalmente ovvio, questo non è sempre possibile, perché persino le migliori station non esplicitamente professionali per l’editing spesso non raggiungono gli standard previsti per garantire buoni risultati per stampa di questo tipo.

Per avere una discreta corrispondenza tra immagine in video e quella su carta bisogna utilizzare sempre apparecchiature e software di fascia elevata, possibilmente con schermi non lucidi e un campione di riferimento della stampante.

Si tratta di una mazzetta fatta di striscioline di carta, stampata con diversi colori di riferimento della palette, identificati da un codice standard, che possono essere utilizzati per capire quanto si discosti effettivamente quello che si vede sul display da ciò che si otterrà con l’inchiostro.

Basta affiancare il riferimento al campione su schermo e vedere se il risultato può essere soddisfacente.

Lo stesso tipo di campione può, almeno in teoria, essere impiegato per effettuare la calibrazione dello schermo, tuttavia l’occhio viene ingannato facilmente e, in alcuni casi, la presenza di riflessioni, schermi troppo lucidi e contrasto non ottimizzato, rendono difficile questa operazione.

Esistono, però, diverse App che effettuano il controllo automaticamente e possono essere installate persino su un comune smartphone e dare risultati molto buoni senza dover spendere cifre importanti.

È fondamentale effettuare questo tipo di operazione, altrimenti il rischio è quello di trovarsi con colori smorti o troppo saturi, anche a partire da un’immagine ottimizzata sul display, anche se questo è di fascia elevata.

Ci sono strumenti molto semplici a disposizione di tutti e che si possono impiegare per avere una verifica diretta, cioè le anteprime di stampa.

In questo caso conviene sempre modificare il foglio di lavoro aggiungendo uno slot dove sia presente la strisciolina con i colori campione di riferimento per vedere che cosa succederà nel momento in cui si effettua una stampa.

Scegliere la carta adatta e gli inchiostri migliori

Il secondo punto per avere un buon risultato, ovviamente, è quello di utilizzare una carta adatta allo scopo. Non è una questione legata alla patinatura o all’opacità, quanto alla qualità del supporto.

Un prodotto fine art avrà bisogno di tipi di carta o rotoli adatti, che è importante quanto gli inchiostri che devono essere impiegati e che devono risultare compatibili con il supporto di stampa.

Non sempre, infatti, è possibile utilizzare determinati brand su fogli o laminati con una granulosità o una grammatura tali da rendere critico l’assorbimento e il fissaggio superficiale.

Per una stampa pubblicitaria professionale di qualità è molto importante investire proprio sul supporto cartaceo, da un lato perché la qualità delle immagini è nettamente migliore, dall’altro perché non si rischiano di avere indurimenti e screpolature degli inchiostri legate ad un cattivo supporto.

Il passaggio finale, non meno importante degli altri è quello che prevede di utilizzare esclusivamente cartucce o toner in fascia professionale adatti al tipo di lavoro, che devono essere stati approvati per questo tipo di settore e che devono garantire stabilità nel tempo, brillantezza e attendibilità del pantone, oltre che il giusto grado di fluidità per poter passare attraverso gli ugelli della stampante professionale.

Se non ci si affida a pigmenti top gamma i rischi sono molteplici, dalla presenza di sbavature e granulosità fino alle zone in cui il colore diventa trasparente e controluce appare a scaglie, un fatto legato alla difficoltà di essiccazione.

Con un cattivo assorbimento o una viscosità non buona, infatti, ci saranno zone in cui il colore asciuga subito e altre in cui, invece, ha il tempo di formare addensamenti e linee più dense di altre, che rovinano sia i dettagli sia le campiture ampie, dove si vuole profondità e uniformità.

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