Al giorno d’oggi quasi tutte le stampanti usano inchiostro liquido (cartucce) e toner, ma è sopravvissuta anche la tecnologia a impatto, ovvero quella tipologia di stampa basata sullo stesso principio della macchina da scrivere.
Magari non ne avevi mai sentito parlare, ma si tratta di un procedimento di stampa molto usato ancora oggi, soprattutto dalle aziende che necessitano di stampare fogli multipli o etichette.
Le stampanti a impatto funzionano mediante nastri inchiostrati, ma cerchiamo di capire bene insieme qual è il meccanismo che le contraddistingue e quali sono i vantaggi di questi nastri.
A cosa serve un nastro inchiostrato
La tecnologia ad impatto si è profondamente evoluta nel corso del tempo, e oggi può essere usata per una grande varietà di esigenze.
I nastri inchiostrati rappresentano una soluzione economica e duratura, e proprio per queste loro caratteristiche devono essere presi in considerazione. Essi, in genere, sono realizzati in nylon appositamente rinforzato, per garantire la massima resistenza alla trazione, oppure in resina, qualora vengano usati per stampare su etichette di plastica.
Nelle stampanti a impatto, una testina composta di aghi impatta sul nastro inchiostrato imprimendo i caratteri da stampare su un foglio.
Questo genere di stampanti erano piuttosto popolari fino a 10 anni fa, ma col tempo sono state quasi tutte sostituite dalle stampanti a getto d’inchiostro e dalle stampanti laser, che spesso sono più rapide e meno rumorose.
Tuttavia, i nastri inchiostrati trovano vasta applicazione ancora oggi; se hai la necessità di stampare documenti che non sbiadiscano nel tempo, ad esempio, la stampa ad impatto con nastro inchiostrato è ciò che fa per te.
I nastri inchiostrati, infatti, assicurano una stampa indelebile che non sbiadisce nel tempo ed è immune alla maggior parte dei solventi. Un altro grande vantaggio del nastro inchiostrato è la sua lunga durata, che dipende in larga parte dalla lunghezza del tessuto, ma che generalmente non è mai inferiore ai 100.000 caratteri per metro.
Inoltre, esistono nastri inchiostrati dotati di sistemi che permettono una re-inchiostratura, e che possono allungarne la durata fino a 200.000 caratteri per metro.
Quali tipi di nastri inchiostrati esistono e come sapere quando cambiarli
I nastri inchiostrati possono essere di qualsiasi forma e dimensione, ma sostanzialmente si dividono in due grandi categorie: i nastri inchiostrati in cassetta e quelli in bobina. Nel primo caso il nastro è contenuto all’interno di una struttura in plastica e vi scorre all’interno, mentre nel secondo è avvolto attorno a due bobine, sempre di plastica.
Le loro dimensioni possono variare notevolmente, alcuni nastri sono spessi pochi centimetri, altri invece sono più grandi, ma il loro funzionamento è identico. Per tale motivo, quando necessitano di essere cambiati, potrai notare una progressiva diminuzione dell’intensità del colore.
Molti utenti alle prime armi, però, cercano di verificare l’effettiva funzionalità dei nastri inchiostrati toccandoli con le mani. Molto spesso la sensazione di asciutto lascia intendere a torto che il nastro non abbia sufficiente inchiostro. In realtà i nastri inchiostrati non devono mai essere troppo saturi di inchiostro, perché questo non farebbe altro che macchiare la carta in fase di stampa.
Per controllare se funziona ed è in buono stato di salute, è sufficiente appoggiare il nastro su un foglio di carta e fare una leggera pressione con un oggetto appuntito, come la punta di una matita. Se il carattere impresso sul foglio è netto e ben leggibile, significa che il nastro è perfettamente in grado di stampare.
É possibile riutilizzare un nastro inchiostrato?
Ti stai chiedendo cosa fare quando ti rendi conto che il nastro ha terminato l’inchiostro e se sia possibile re-inchiostrarlo? La risposta purtroppo è no. Una volta terminato l’inchiostro, un nastro presenta diverse fragilità del tessuto, e sarebbe certamente esposto a strappi e buchi durante il processo di stampa.
La re-inchiostratura quindi è altamente sconsigliata. L’unica opzione possibile è quella di salvare l’involucro esterno ed eventualmente sostituire il nastro interno.