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Consigli e precauzioni sull’utilizzo delle stampanti laser

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Consigli e precauzioni sull'utilizzo delle stampanti laser

Il Testo Unico Sicurezza Lavoro, decreto legislativo 9-4-2008 n. 81, contempla precise norme e linee guida a tutela della salute nei luoghi di lavoro, per la valutazione del rischio chimico.

Dà, quindi, indicazioni per la collocazione e l’utilizzo delle stampanti laser, fotocopiatrici e fax e per la gestione e sostituzione dei loro toner. Non è, invece, regolato l’utilizzo di tali stampanti nelle case, dove un approccio non professionale o l’uso da parte di minori, rappresenta un pericolo emergente e attuale.

Ecco alcuni consigli:

  • Collocate la stampante in luogo quanto più separato possibile da dove si soggiorna lungamente;
  • Garantite un ricambio d’aria continuo all’ambiente;
  • Tenete lontano dai bambini e dalle loro camerette le stampanti laser;
  • Dotate la stampante di un sistema di cattura delle emissioni inquinanti. Controllate spesso i filtri ozono, vale a dire i filtri che bloccano la fuoriuscita delle polveri dalla stampante se ben manutenuti, sono in ogni stampante laser in commercio;
  • Il toner ha, come altre polveri, la capacità di percorrere le correnti d’aria naturali degli ambienti chiusi. La cartuccia del toner, una volta inserita nella stampante, resta aperta, altra polvere rimane dispersa nei meccanismi, ne consegue che anche spenta la stampante immette polvere nell’aria, quindi si consiglia di coprire la stampante quando è inattiva. La copertura della stampante è senza dubbio un sistema non efficace per contenere il toner internamente, ma limita il movimento d’aria e quindi l’inquinamento da dispersione della polvere;
  • L’operatore incaricato della pulizia degli apparati munito di guanti e mascherina deve comunque ben aerare i locali dopo eventuali interventi tecnici.

Informazioni tecniche sul toner

l toner sono una polvere finissima contenente particelle di carbone, ossidi di ferro e resina. Viene usato dalle stampanti e/o nelle fotocopiatrici e nei fax: un tamburo lo deposita inizialmente sui fogli da stampare e, successivamente, passando attraverso un riscaldatore, il toner viene fuso, imprimendosi sulla carta ed andando a costituire il testo e le immagini stampate.

Inizialmente era essenzialmente polvere di carbone ma, successivamente, per migliorarne le prestazioni, alle particelle carboniose è stato mescolato un polimero. La composizione del polimero varia da un produttore all’altro, ma solitamente è un copolimero stirene acrilato oppure una resina poliestere.

Per inserire in maniera ordinata il pigmento nero o colorato (carbone, polimero, poliestere), entra nel processo l’ossido di ferro che, sensibile al magnetismo indotto in punti precisi del foglio di carta, viene disposto e successivamente fuso dal calore del forno fusore attaccandosi alle fibre della carta.

Le particelle di toner avevano originariamente una dimensione media di 12 µm ma, con l’aumento della risoluzione delle stampanti a 600 DPI, fu necessario ridurre la dimensione a 8 µm.

Il toner classico è di colore nero ma, naturalmente, per le stampanti a colori esistono toner nei colori fondamentali, ovvero giallo, magenta e ciano.

Nelle prime macchine, il toner doveva essere versato da una bottiglia in una apposita apertura; oggigiorno invece si utilizzano apposite cartucce usa e getta che includono il toner, i meccanismi per la sua distribuzione e a volte il tamburo fotosensibile. Queste cartucce, una volta esaurite, possono essere rigenerate da aziende specializzate.

La stampante a toner rilascia nell’aria un particolato con particelle di dimensioni che possono andare da 1 fino a 1/10 di µm (e recentemente rilevate fino a 23/1000 di micron). Siamo nelle dimensioni fisiche delle nanoparticelle, sostanze che possono creare seri problemi di salute, ambientali, di riciclaggio e conferimento in discarica. Rilascia inoltre composti organici volatili, conseguenti ai processi fotochimici che coinvolgono i componenti della carta e del toner, sollecitati dal calore del forno fusore.

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